Aerospazio Campania

Piano Nazionale Aeroporti: stop a Grazzanise. Strategici Salerno per il trasporto e Capua per le industrie

 29.01.2013

Passera il piano andrà alla Conferenza permanente Stato-Regioni. Luigi Carrino (DAC): “riflettere sulla necessità di dotare la Campania di infrastrutture a sostegno delle produzioni aeronautiche”.

Era, come ha detto il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera, un provvedimento “atteso da 26 anni”, stiamo parlando dell’atto di indirizzo per la definizione del Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale. Il provvedimento individua trentuno aeroporti di interesse nazionale, che saranno oggetto di interventi infrastrutturali, e nessun nuovo scalo. Immediata le reazioni dal territorio. Carrino (DAC), sulla scia del dibattito sul Piano Nazionale del Sistema Aeroportuale, rilancia la proposta di attrezzare lo scalo di Capua per destinarlo alle imprese del comparto aerospaziale regionale, “riflettere sulla necessita’ di dotare  la  regione  Campania di infrastrutture a sostegno delle produzioni aeronautiche”.

Il presidente del Distretto aerospaziale della Campania, rilancia il tema che da anni aspetta una soluzione,  “si tratta di un tema di grande valore al quale va destinata un’attenzione specifica  perche’  dotarsi  di  infrastrutture  per la sperimentazione dei prodotti   dell’innovazione   delle   imprese   aeronautiche   ha  riflessi sull’economia  regionale  e  sulla competitivita’ della nostra Regione”.

Sulla questione Grazzanise trasversale l’insofferenza delle forze politiche locali, per il presidente della Provincia Zinzi quello del ministro è un “atteggiamento schizofrenico”. Graziano (PD): “Si spreca un’occasione di crescita economica e di sviluppo di questo territorio”. D’Anna (Pdl): “mortifica la provincia di Caserta”.

Il provvedimento del Ministro, che pone le basi per un riordino organico del settore, sarà ora inviato alla Conferenza permanente Stato-Regioni per la necessaria intesa e, successivamente, sarà adottato con un apposito decreto dal Presidente della Repubblica. Si tratta, nelle parole del ministro, di “uno strumento importante per avviare il riordino di un settore per noi strategico, favorendone lo sviluppo e il recupero di efficienza”.

Tre le principali linee di indirizzo del Piano: l’individuazione degli aeroporti di interesse nazionale, l’adozione di piani di riequilibrio economico-finanziario, l’incentivazione delle Reti Aeroportuali e la razionalizzazione dei servizi di navigazione aerea e dei servizi generali alla clientela (dalla semplificazione procedurale per un’approvazione più celere dei contratti di programma alla revisione di servizi come gli orari di apertura degli scali). La proposta di individuazione degli aeroporti di interesse nazionale – precisa una nota – sarà ora inviata all’attenzione della Conferenza Permanente Stato-Regioni e Province Autonome, mentre le proposte di razionalizzazione dei servizi saranno da subito oggetto di tavoli operativi tra il Mit e le altre amministrazioni competenti (Enac, Enav, altri ministeri, Regioni ed enti locali).
“Concentriamo sforzi e investimenti – spiega Passera – sugli aeroporti che rientrano nei piani infrastrutturali europei e, al tempo stesso, confermiamo il ruolo degli scali territoriali che servono importanti realtà locali. Attraverso la razionalizzazione dei servizi, un piano di infrastrutturazione a medio periodo, la costituzione di reti aeroportuali, l’Italia – ha concluso – può davvero ambire ad avere un sistema all’avanguardia e competitivo a livello internazionale, evitando sprechi di risorse pubbliche. La collaborazione con le Regioni sarà fondamentale”.

L’atto di indirizzo individua trentuno aeroporti di interesse nazionale, che saranno oggetto di interventi infrastrutturali, e nessun nuovo scalo. Tale principio vale, ad esempio per Grazzanise (considerata la capacità di Napoli Capodichino di sostenere ulteriori aumenti di traffico e la possibilità di utilizzare lo scalo di Salerno) e Viterbo (i cui investimenti potranno essere usati per il potenziamento infrastrutturale di Fiumicino). Gli scali non di interesse nazionale invece dovranno essere trasferiti alle Regioni competenti, che ne valuteranno la diversa destinazione d’uso e/o la possibilità di chiusura.

Nel nostro Paese – precisa una nota -sono attualmente operativi 112 aeroporti, di cui 90 aperti al solo traffico civile (43 aperti a voli commerciali, 47 a voli civili non di linea), 11 militari aperti al traffico civile (3 scali aperti a voli commerciali, 8 a voli civili non di linea), 11 esclusivamente a uso militare. L’atto di indirizzo, “al fine di ridurre la frammentazione esistente e favorire un processo di riorganizzazione ed efficientamento, formula una proposta di individuazione degli aeroporti di interesse nazionale, che costituiranno l’ossatura strategica su cui fondare lo sviluppo del settore nei prossimi anni”. Per questi scali è previsto sia il mantenimento della concessione nazionale, sia la soluzione delle criticità relative al rilascio della concessione in gestione totale, ove essa sia mancante. Gli aeroporti di interesse nazionale potranno inoltre essere interessati da un programma di infrastrutturazione che ne potenzi la capacità, l’accessibilità, l’intermodalità, a partire da Roma Fiumicino (realizzazione di una nuova pista, potenziamento delle aree di imbarco e dei Terminal), Malpensa e Venezia (miglioramento dell’accessibilità delle strutture e della interconnessione con l’alta velocità). Il potenziamento di diversi altri scali è previsto nel medio-lungo periodo.

Questi, nel dettaglio, gli aeroporti di interesse nazionale. Si comincia da quelli inseriti nella Core Network, considerati di rilevanza strategica a livello Ue in quanto pertinenti a citta’ o nodi primari, e sono Bergamo Orio al Serio, Bologna, Genova, Milano Linate, Milano Malpensa, Napoli, Palermo, Roma Fiumicino, Torino, Venezia.
Il secondo gruppo e’ quello degli aeroporti inseriti nella Comprehensive Network, che, vede, a sua volta, al suo interno, tre ulteriori sottogruppi. Ci sono gli scali con traffico superiore a 1 mln di passeggeri annui: Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze, Lamezia Terme, Olbia, Pisa, Roma Ciampino, Trapani, Treviso, Verona; gli scali con traffico superiore a 500mila passeggeri annui e con specifiche caratteristiche territoriali (unicita’ nell’ambito regionale o servizio a un territorio di scarsa accessibilita’): Ancona, Pescara, Reggio Calabria, Trieste. Ci sono poi gli aeroporti indispensabili per la continuita’ territoriale: Lampedusa, Pantelleria.
Il terzo gruppo, cioe’ quello degli aeroporti non facenti parte delle reti europee, comprende gli scali con traffico vicino al milione di passeggeri e con trend in crescita: Rimini; scali destinati a delocalizzare traffico di grandi aeroporti: Salerno.

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