ROMA, 20 FEB – Dal rover Perverance che si è da poco posato su Marte al rover Rosalind Franklin destinato ad arrivare sul pianeta nel 2022, l’Italia ha un posto in prima fila nella ricerca della vita aliena.
“Si apre un decennio di esplorazione”, dice all’ANSA Raffaele Mugnuolo, responsabile dell’ufficio Missioni robotiche di esplorazione dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), riferendosi alla staffetta nella quale, di qui al 2031, si avvicenderanno almeno tre missioni cruciali per scoprire i segreti di Marte e alle quali nostro Paese contribuisce attraverso l’Asi, i suoi centri di ricerca e l’industria. “L’Italia mette a frutto un esperienza accumulata dall’inizio degli anni ’90, quando ha cominciato a investire molto sull’esplorazione robotica”, prosegue l’esperto. E’ una fase dell’esplorazione complessa, quella appena cominciata con la missione Mars 2020 della Nasa, che ha portato PERSEVERANCE su Marte per raccogliere campioni del suolo che saranno portati a Terra grazie al programma Mars Sample Return, di Nasa e Agenzia Spaziale Europea (Esa). Nel 2022 e’ atteso su Marte anche il rover Rosalin Franklin, della missione ExoMars 2020 di Esa e agenzia spaziale russa Roscosmos. L’Italia contribuisce “con una consistente partecipazione scientifica”, osserva Mugnuolo. A bordo del rover, per esempio, ci sono la trivella realizzata da Leonardo e destinata perforare il suolo di Marte fino due metri di profondita’ in cerca di tracce di vita passata, o forse presente; lo accompagna lo spettrometro che analizzerà la superficie interna dei fori da cui saranno prelevati i campioni e che, osserva Mugnuolo, permettera’ di catturarne lo stato originario come in una fotografia, prima che avvengano modifiche. E’ italiano anche lo strumento sulla piattaforma fissa, che analizza le particelle di polvere sospese nell’atmosfera e che, durante le tempeste, possono produrre scariche elettriche rischiose per gli strumenti e poi per le future missioni con astronauti. Intanto su PERSEVERANCE c’e’ il retroriflettore realizzato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) che orientera’ il veicolo che nel 2026 dovra’ recuperare i campioni da inviare a Terra. E’ il secondo del genere attivo su Marte dopo quello installato sul rover Insight e un terzo sarà installato su un veicolo in orbita marziana per fare ricerche oggi impossibili sulla Terra. “E’ stato gettato un seme che potrebbe avere sviluppi importanti”, osserva l’esperto dell’Asi. Presto un piccolo gruppo di ricerca dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) comincera’ ad analizzare i dati degli strumenti Sherloc, equipaggiato con la telecamera Watson, e SuperCam, entrambi a bordo di PERSEVERANCE. Sono italiani, realizzati entrambi da Leonardo, i bracci robotici che nel 2026 dovranno recuperare i campioni del suolo marziano da portare sulla Terra nel 2031, e parla italiano la tecnologia realizzata da Thales Alenia Space (Thales-Leonardo) per la comunicazione e il modulo di inserimento in orbita della navetta che nel 2031 li porterà a Terra.
( fonte Ansa)